Costituito da una struttura di mattoni e legno, nasce con la ruota che produce forza motrice tramite l’acqua del vicino ruscello, come del resto tutte le fabbriche di quel tempo.
La produzione dell’opificio consisteva in tele per abrasivi e tessuti rigati per materassi.
Tutto ha inizio nel lontano 1897
Anno in cui viene costruito l’opificioche diventerà di proprietà della famiglia Gallo
ACQUISTO OPIFICIO
Il nonno dell’attuale imprenditore, Carlo Gallo senior, acquista l’opificio e fa ripartire l’attività che stava per essere interrotta nel 1958. Intorno agli anni ’60 si rende conto che l’impianto va modernizzato e installa una turbina idroelettrica per alimentare l’opificio in tal modo i telai divengono meccanici.
1963 – 1987
Da produzione a magazzinoNel 1963 il figlio di Carlo Gallo senior, entra in azienda e nel 1969 costruisce il nuovo stabilimento.
Dal 1969 al 1987 l’opificio viene utilizzato come magazzino per il prodotto finito.
In quegli anni Carlo Gallo senior, imprenditore da sempre nel commercio di tessuti e abbigliamento, nonché artista, commediografo, musicista e poeta dialettale, una volta passato il testimone ai figli, adibisce una parte della vecchia struttura e l’area esterna a un luogo di svago e di intrattenimento per lui ed i suoi amici, costruendo una stalla per i pony con cui, attaccato il calesse, amava girovagare per la zona.
Aggiunge anche un campo da bocce, ed una fornita cantina per le “merende sinojre”, trasformando il luogo in un ritrovo per la Famija Canavsana di cui è stato fondatore.
Nel 1987 un incendio brucia tutta la struttura di legno mantenendo solo più i muri perimetrali in mattoni tuttora esistenti.
Progetto di ripristino e di conversione
Mediante il progetto di ripristino e di conversione delle destinazioni d’uso, in struttura ricettiva turistico alberghiera, si vuol far tornare l’antico opificio a “produrre” e a ridare quell’assoluto senso di benessere che la struttura ha dato alla famiglia Gallo e ai suoi ospiti durante quegli anni.
Il progetto di recupero conta inoltre sul ripristino dell’antico salto d’acqua che alimentava la struttura, dove attualmente è stata inserita una coclea idraulica (vite di Archimede) che produce energia elettrica “verde” da fonte rinnovabile.
Un progetto totalmente impostato sulle logiche di ecosostenibilità e indipendenza energetica della struttura.